ACCOGLIERE PROTEGGERE
PROMUOVERE INTEGRARE

Relazione di impatto siociale
2015 - 2017

ACCOGLIERE PROTEGGERE
PROMUOVERE INTEGRARE

Relazione di impatto siociale
2015 - 2017

AMARE SIGNIFICA DONARE

AMARE SIGNIFICA DONARE

AMARE SIGNIFICA DONARE

Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità (1 Gv 3,18). Le parole dell’Apostolo Giovanni, che hanno fatto da incipit al messaggio di Papa Francesco per la Prima giornata mondiale dei poveri, esprimono «un imperativo da cui nessun cristiano può prescindere» perché l’amore, come scrive il Pontefice «non ammette alibi: chi intende amare come Gesù ha amato, deve fare proprio il suo esempio; soprattutto quando si è chiamati ad amare i poveri». Questa è la nostra vocazione: un amore che si esprime con i fatti concreti e non solo a parole. E questo “rendiconto sociale” del progetto profughi risponde pienamente a questa vocazione. Una cura costante di uomini e donne in fuga dal proprio Paese d’origine che diventa un quotidiano inno alla cultura della vita. A quel modo di essere e di operare, cioè, che si prefigge di difendere e valorizzare la dignità umana in ogni momento dell’esistenza e in ogni luogo in cui essa si manifesti. Amare significa donare tutto se stessi, prendersi cura della vita sofferente, dare ai poveri una speranza, fornire loro una possibilità di vita dignitosa. Amare significa, pertanto, servire la vita, prendersi cura concretamente dei profughi e, in definitiva, significa servire Dio.
Perché nei volti di quegli uomini e quelle donne che fuggono da miseria, guerre e disperazione, noi possiamo scorgere il volto del Padre. Mentre nel legno dei barconi che attraversano drammaticamente il Mediterraneo noi possiamo vedere il legno della Croce di Gesù. Ecco dunque che in queste opere di misericordia, in questi progetti sociali, si può ben dire che il Vangelo si è fatto carne: è diventato carità operante, vita vissuta, prossimità reale. «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 40). I «piccoli» del Vangelo non sono certamente solo i cristiani, ma sono tutti coloro che si trovano in uno stato di necessità o di difficoltà: chi ha fame o chi ha sete, chi ha bisogno di un vestito o chi ha bisogno di un alloggio, dei malati, dei carcerati, dei forestieri e di tutti gli indigenti e gli scarti di questo mondo che, anche senza parlare, hanno necessità del nostro aiuto. I profughi rientrano senza dubbio tra i «piccoli» di questa nostra epoca. Papa Francesco, per affrontare la grande sfida delle migrazioni internazionali, ha donato quattro verbi alla Chiesa universale: Accogliere, proteggere, promuovere e integrare. La Chiesa italiana, a tutti i livelli, sta facendo molto per mettere in pratica queste importanti indicazioni. E anche questa sintesi, inserita con responsabilità e carità nel territorio e nella vita della nostra Diocesi, rientra in questa grande azione pastorale che vede impegnata, con amore e dedizione totale, l’intera Chiesa universale.

+ Gualtiero Card. Bassetti


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