LUOGHI

L'Oasi di Engaddi

OASI DI ENGADDI

OASI DI ENGADDI

L’ Oasi di Engaddi è il luogo da dove proviene lo sposo del Cantico dei Cantici, un’oasi di acqua dolce, ed è il nome che padre Giulio Michelini ha scelto per la prima casa d’accoglienza che sarebbe andata a fondare il “progetto richiedenti protezione internazionale” della Diocesi di Perugia-Città della Pieve. Non è la prima volta che la parrocchia di S. Giovanni del Prugneto apre le sue porte: era già avvenuto anni prima, in occasione dell’Emergenza Nord Africa. Con la stessa generosità, la comunità ha nuovamente offerto la sua disponibilità e dal primo ottobre 2015 altri 23 ragazzi di origine pakistana hanno trovato accoglienza nella medesima parrocchia. Da allora altri ospiti di differenti nazionalità sono accolti nella struttura.
Un’accoglienza coerente con lo spirito di condivisione che è alla base delle “opere-segno” della Caritas: una casa con grandi spazi comunitari, unita al campanile e alla sua chiesa.

Casa S. Agnese

Casa S. Agnese

CASE DI ACCOGLIENZA

Anticipando di tre mesi l’apertura ufficiale dell’anno della Misericordia, il 6 settembre 2015 papa Francesco, durante l’Angelus, fa un appello ai Vescovi di tutta Europa e alle comunità religiose: “Cari fratelli e sorelle, la Misericordia di Dio viene riconosciuta attraverso le nostre opere, come ci ha testimoniato la vita della beata Madre Teresa di Calcutta, di cui ieri abbiamo ricordato l’anniversario della morte. Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere ‹‹prossimi››, dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire “Coraggio, pazienza!...”. La Speranza cristiana è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura. Pertanto, in prossimità del Giubileo della Misericordia, rivolgo un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi. Un gesto concreto in preparazione dell’Anno Santo della Misericordia. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma. Mi rivolgo ai miei fratelli Vescovi d’Europa, veri pastori, perché nelle loro diocesi sostengano questo mio appello, ricordando che Misericordia  è il secondo nome dell’Amore  “Tutto quello che avete fatto ad un solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt25,40)”.

Centro internazionale
d'accoglienza

Centro internazionale d'accoglienza

Questo appello viene fatto proprio dal Cardinale Gualtiero Bassetti e presso la Caritas diocesana si iniziano a raccogliere le varie disponibilità ed il progetto si arricchisce di altri luoghi di accoglienza.
“Casa Betania” messa a disposizione gratuitamente dauna famiglia di Perugia; “Casa S. Agnese” offerta dall’omonimo monastero ed il “Centro internazionale d’accoglienza”.
La famiglia che ci ha messo a disposizione l’appartamento non vuole che si renda pubblico il loro nome. Abbiamo detto loro che era un modo per dire il nostro grazie. La risposta è stata che il nostro grazie lo ricevono ogni giorno, sapendo come è bene utilizzata. L’appartamento ha aperto le porte ad una  famiglia di profughi con tre bambini malati.  Il nome “Casa Betania”  è stato scelto per ricordare l’opera-segno voluta da Mons. Giacomo Rossi sorta per ospitare famiglie con malati e disabili.
La prima famiglia ospitata dal progetto della diocesi è arrivata  il giorno di S. Chiara, l’11 Agosto 2015, e dopo un periodo necessario per allestire l’appartamento, è stata ospitata proprio dalle Clarisse di S. Agnese. Una vera provvidenza. I due  bambini di 6 e 5 anni sono stati i primi in accoglienza: dopo di loro, molti altri. Trascorso un anno di accoglienza, e aver ottenuto lo status di rifugiato, la famiglia in attesa del terzo figlio ha continuato il suo viaggio per raggiungere altri famigliari in Svezia.

Forse si è forti nel salutare gli adulti, ma non è facile separarsi da delle manine che  fanno ciao, dentro una macchina che li porta lontano. Ora casa S. Agnese ospita un’altra famiglia proveniente, come la prima, dal Kurdistan iracheno.
“Il Centro internazionale di accoglienza” fondato nel 1974 da Mons. Elio Bromuri, gestito dalla  cooperativa Unitatis Redintegratio, in questo progetto è inserito in Ats con la Diocesi nella realizzazione dell’accoglienza ai migranti, e da sempre ha fornito un generoso aiuto. Ha permesso l’allestimento delle due case di Cenerente, denominate il “Pozzo di Giacobbe”,  fornendo elementi di arredo e quanto necessario per rendere funzionanti le abitazioni. Inoltre, al verificarsi di situazioni di emergenza, ha sempre dato la disponibilità ad ospitare i richiedenti protezione, soprattutto prima dell’apertura della casa S. Andrea di Solfagnano, che ha una capacità di accoglienza superiore alle altre strutture. Presso “il Centro internazionale di accoglienza” hanno trovato ospitalità 20 ragazze nigeriane, poi accolte nella  casa di Cenerente, e 24 migranti eritrei di fede Copta. Il  gruppo di eritrei comprendeva molte donne e bambini e nessuno di loro si è fermato in Italia: tutti hanno deciso di raggiungere la Germania. Altri congedi e altre separazioni. Anche la famiglia irachena ospite poi a S. Agnese, in precedenza ha soggiornato presso il Centro internazionale in attesa che l’appartamento fosse arredato; come sono stati ospiti del Centro un gruppo di ragazzi provenienti da Ghana, Senegal e Guinea.


Arcidiocesi di Perugia

Città della Pieve

Piazza IV Novembre, 6
06123 Perugia

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www.diocesi.perugia.it