Farina, cipolle, latte, riso, pomodori e pollo non sono mai mancati nelle case d’accoglienza. Se gli ospiti di diverse nazionalità si sono susseguiti incessantemente nelle strutture, costanti sono le tipologie di alimenti richiesti. Il primo gruppo di ragazzi accolti a Prugneto ha utilizzato tanta farina per realizzare il “chapati”. Ma i miracoli veri con la farina si hanno a Solfagnano, con l’arrivo di alcuni nuclei familiari nella casa S. Andrea, e con l’arrivo di Hawra, Fatima e Fauzia. La giovanissima Hawra forma un vero trio di amicizia con le altre due signore. Durante la scorsa calda estate, dopo aver svolto i lavori domestici e aver partecipato ai corsi di lingua, il trio sedeva all’ombra di un grande albero in prossimità della casa di accoglienza, a parlare a lungo, per raccontarsi i guai passati e progettare nuove vite in un paese dove abitano da solo un anno. Ma non si limitano a parlare. Con la farina impastano diversi tipi di pane e dolci che poi offrono generosamente a chiunque si presenti in casa: prodotti sempre presenti, cucinati in quantità, insieme al loro tipico thè aromatizzato con la menta, coltivata dalle stesse nel piccolo orto di casa. Le loro mani si muovono con abilità nella produzione del pane, e questo rende speciale e particolarmente gustoso il cibo preparato per l’ospite, perché sia ben accolto nella loro casa.